LA PENDOLARIZZAZIONE - STORIE DA PENDOLARE: la magia del viaggio in treno

Buon salve a tutti quanti,
con l'ultimo post sul tema so che potrei avervi lasciato con l'impressione che la pendolarizzazione sia un fenomeno legato alla scienza e non all'arte. Con la storia di oggi, invece, credo che farò felici coloro che propendono per l'ipotesi che la pendolarizzazione è arte. Userò la parola arte in una sua accezzione molto ampia. Non dovete pensare necessariamente ad una produzione artistica, ma piuttosto a quel qualcosa che non coinvolge la ragione, a quel qualcosa che coinvolge maggiormente la sfera emotiva del nostro cervello, che coinvolge l'istinto, che coinvolge il cuore. 
Sono sicuro che quello di cui vi parlerò oggi, frutto di esperienza personale, non lo capirete. Ma non perchè non siete pendolari, perchè anche se lo foste, non potreste capirlo lo stesso, proprio come non lo capisco io. Non è una cosa da capire. Vi sembrerà di averne coscienza, ma non credo ne afferrerete a pieno il significato e la portata. E come si potrebbe d'altronde?
La pendolarizzaione ancora una volta ci sorprenderà! Quando si crede di averla compresa, definita; quando si crede di aver intuito in lei un percorso rettilineo come un binario che riga dritto, ecco che ti sorprende. Svolta. Sterza. Sferza. Muta. Cambia. Ma torniamo a noi.


Ci siamo. 

La premessa è stata fatta.

Ora il fatto.

Immaginate di uscire dal lavoro leggermente in ritardo. Immaginate una giornata di novembre in cui una pioggia tanto leggera quanto fastidiosa scende ininterrotta dalla mattina. La temperatura fredda (non insopportabile, fredda) arrossa il naso. La fermata del pulman è affollata. Tutti sotto la pensilina per non bagnarsi. Le macchine che passano in strada sembrano fare a gara per vedere quale di loro riesca a schizzare più persone. Il pulman è in ritardo. Il pulman è affollato perchè in ritardo. Il pulman deve avere qualche problema perchè cammina a passo d'uomo. Il pulman aumenta il suo ritardo perchè cammina a passo d'uomo. Il pulman è sempre più affollato perchè sempre più in ritardo.
Arrivato alla stazione i passeggeri vengono vomitati fuori. Il tabellone indica che mancano cinque minuti alla partenza. Un conto alla rovescia. Immaginate di affrettare il passo. Sapete che prenderete il treno, ma affrettate il passo per evitare sorprese. Salite sul treno. Trovate un posto. Aprire il fumetto che avevate programmato di leggere nel viaggio di ritorno e vi immergete nella lettura. La vostra mente inizia a fantasticare. Vi state immergendo nella storia con piacere. Qualcosa però non va. Non sapete cosa, ma anche se non siete pienamente coscienti, il vostro cuore sa che c'è qulcosa che non va. Forse sono i vostri superpoteri (di cui abbiamo già parlato), forse i vostri sensi di ragno, forse siete pendolari e certe cose le sentite e basta. Vi destate e guardate fuori. Siete ancora alla stazione di partenza. Vi siete immersi nella lettura per 20 minuti e siete ancora alla stazione di partenza.

Avete immaginato tutto questo? Ci siete riusciti? 
Ora provate con questo.
Nel momento in cui alzate lo sguardo dal fumetto e lo spostate con alternanza dal finestrino al vostro orologio che indica 20 minuti di ritardo; ecco la notizia del perchè siamo ancora fermi:

manca qualcuno che possa guidare il treno!



Non c'è.

Sparito.

Svanito nel nulla in uno sbuffo di fumo, come nella migliore delle tradizioni della magia.


D'altronde, essendo Torino, una città a forte propensione magica ed esoterica, non ci si dovrebbe stupire di queste cose; eppure stupiscono.

D'altronde la magia è così.

La magia solletica sempre una parte del nostro cervello. Si fà, in qualche modo, riconoscere. Non certo afferrare o comprendere. Se ne ha appena coscienza. Giusto per ricordare il tempo in cui i draghi dominavano i cieli, gli elfi costruivano immense case albero nelle foreste, le miniere dei nani erano sontuose roccaforti ed i treni partivano in orario perchè c'era sempre qualcuno pronto a guidarli.

Al prossimo incontro!

LoShAmAnO

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