FUMETTO - Ultima lezione a Gottinga
uon salve a tutti quanti,
amici e visitatori dell'aNtRoDeLLoShAmAnO!
Di cosa parliamo oggi? Oggi parliamo di fumetti, ed in particolare di un fumetto davvero davvero "unico". Avreste mai pensato si potesse scrivere (e disegnare ovviamente) un fumetto sulla matematica? Ed in particolare avreste mai pensato si potesse raccontare una storia sul concetto matematico di infinito?
Come direbbe il dottor Frankestin...ops, Frankestain, nel celeberrimo film Frankestain Junior: "ZI...PUO...FAREEEEEE!...".
Sorpresi vero?
Ma forse ho anticipato troppo i tempi e vi ho già detto cose che che avrei dovuto tacere.
Facciamo così: fate finta che io non vi abbia detto nulla e semplicemente prendete per buona l'introduzione che segue.
Signore e signori, oggi parliamo di...
Autore: Davide Osenda
Anno di pubblicazione: 2009
Casa editrice: 001 Edizioni
Allora… da dove inizio a parlarvi di questo fumetto? Sono in difficoltà, lo ammetto. Avrei delle cose da raccontarvi, ma sono banali impressioni del sottoscritto, e sbiadiscono di fronte a ben più importanti opinioni che si possono trovare e leggere all’inizio di questo volume. Da qui il mio dilemma. Condividere con voi alcuni passaggi di queste opinioni per poi passare alle mie considerazioni, con il rischio che, appagati, abbandoniate la lettura nonappena passate le prime note, o viceversa, tentare di solleticarvi il palato con quelle che riterrete delle banali note e poi chiudere in bellezza con il botto?
Una decisione va presa.
Mi lancio allora.
Mi lancio esattamente nell’abisso che separa l’una dall’altra. Mi lancio tra quella che chiameremo soluzione 1 e quella che chiameremo soluzione 2. Non a caso ho scelto questa dicitura. 1 e 2. 2 e 1. Due numeri. Due tra gli infiniti numeri. Infiniti sì, ma quanto infiniti?
Ma ora mi taccio perché ho già detto troppo e poi non si capisce nulla.
Sappiate solo questo: il fumetto di cui vi parlo oggi è stato per me davvero una piacevolissima sorpresa e spero che da quello che leggerete traspaia tutta.
Il volume, come dicevo, è preceduto da due introduzioni. La prima è del noto professor Piergiorgio Odifreddi, noto matematico di fama internazionale. Questo fumetto infatti parla di matematica e di un concetto che potrebbe far tremare i polsi a leggersi così, solitario, tra queste mie righe: l’infinito! Ma sarebbe riduttivo, come scopriremo, dire che questo fumetto parla solo di matematica. Racconta anche una storia e lo fa con il mezzo espressivo e comunicativo del fumetto. Ed ecco dunque l’introduzione di Andrea Plazi (appassionato di matematica), noto nel panorama fumettoso italiano per tante tante cose (troppe davvero per farne un elenco).
Lo so che vi starete chiedendo perché una persona sana di mente dovrebbe fare un fumetto su concetti matematici come per esempio l’infinito? Le risposte possibili potrebbero essere tante (infinite?). Io ve ne abbozzo due: la prima è che davvero l’autore non è sano di mente, la seconda ce la racconta l’autore stesso in seconda di copertina… vado a copiare.
“Nel 1993 presi in mano per la prima volta un libro che parlava di Gödel. Me lo consigliò un collega in treno, in un periodo in cui cominciavo a lavorare come programmatore. Il libro era Gödel, Escher e Bach di Douglas Hofstadter e lo trovai disorganico, ipnotico e mirabile. A tal punto che, da quel momento, di tanto in tanto, mi ritrovai a leggere di quell’incredibile esperienza dello spirito e dell’intelletto che va da Cantor a Cohen, e corre oltre e arriva da chissà dove."
Preferivate la prima risposta vero?
Ma sentiamo cosa ci racconta Odifretti di quest’opera, nella sua personale introduzione: “… è una storia di rompicapi… ed il miglior modo di illustrarla è forse di accennarvi attraverso metafore, dai grammofoni alle carte. Anzi, il miglior modi di illustrarla è proprio quello di illustrarla, come fa Davide Osenda in questo suo delicato fumetto, che nel 2007 ho trovato in versione ridotta nella mia buca delle lettere dell’Università di Torino, e che nel Marzo del 2008 è stato esposto in versione gigante sui muri dell’Auditorium di Roma, in occasione del secondo Festival della Matemativa…”.
Scusate se interrompo il professor Odifreddi, ma mi chiedevo se avete notato l’utilizzo dell’aggettivo “delicato” in riferimento a questa storia a fumetti… scusate l’interruzione. Riprendiamo, ma non senza segnalarvi che le vicende narrate sono ambientate presso l’università di Gottinga in un periodo storico oscuro, sotto molti punti di vista.
“… il fumetto, alternando il chiaroscuro infernale del nazismo alla luminosità paradisiaca della matematica, riesce a far intravedere con gli occhi del corpo ciò che si può vedere compiutamente solo con gli occhi della mente…”
Passiamo ora ad Andrea Plazi e ad alcune note tratte dalla sua personale introduzione.
“… Ultima lezione a Gottinga colpisce per il coraggio e la sicurezza con cui l’autore tratta – in e con un linguaggio visivo – temi ed argomenti concettuali ed intrinsecamente astratti, che non si prestano a facili visualizzazioni…”
“… fumetto unico nel panorama italiano…”
“… il fumetto di Osenda non è un libro di divulgazione scientifica, né un manuale illustrato, narra una storia e lo fa con umanità profonda, che accompagna sempre il lettore…”
“… Ultima lezione a Gottinga colpisce per la padronanza con cui Osenda narra per immagini ed è uno degli esordi più interessanti degli ultimi anni…”
Ebbene?
Ebbene, potremmo terminare qui... ma ho intenzione di dirvi ancora poche cose.
Leggetelo. Leggetelo senza timori. Fatevi sorprendere da come vi troverete a comprendere, a percepire, concetti che dapprima vi sembreranno inavvicinabili. Lasciatevi immergere ed interrogare da questa storia. Lasciatevi stupire da come un professore della rinomata università di Gottinga senta il desiderio, in un periodo storico difficile, in una giornata di rastrellamenti, di andare all’università e di tenere la sua ultima lezione ad un’aula che apparentemente è vuota.
Leggetelo perché nel farlo affronterete dapprima qualche ostacolo. Il vostro intelletto, scientifico o letterario che sia, farà resistenza a parte del linguaggio utilizzato. Ma poi vi scoprirete, con il procedere della storia, a balzare oltre certi ostacoli, ad osservarli da un punto di vista diverso. Leggerete le ultime pagine tutto d’un fiato. Il vostro coinvolgimento sarà cresciuto esponenzialmente… come una funzione matematica!
Condivido con voi solo più un aneddoto legato a questo fumetto. Siamo a Lucca Comics and Games di qualche anno orsono, credo fosse il 2010. Casualmente scopro nel programma la presentazione di Ultima lezione a Gottinga. Avendo conosciuto Davide in precedenza, partecipo molto interessato. Alla presentazione presenziano Andrea Plazi, Davide ed un professorone di matematica della scuola Normale di Pisa (una della maggiori entità scolastiche che abbiamo in Italia). Non so come rendere la grande quantità di apprezzamenti che ho sentito nei confronti di questo lavoro, apprezzamenti tecnici e professional, e lì, nel mezzo del tavole l'autore. Il creatore della storia. Il narratore. Il menestrello. Davide. Semplicemente Davide Osenda. Aveva una storia da raccontare... e l'ha raccontata!
Ora, davvero non penso di poter aggiungere altro… per cui non mi resta che salutarvi…
Di cosa parliamo oggi? Oggi parliamo di fumetti, ed in particolare di un fumetto davvero davvero "unico". Avreste mai pensato si potesse scrivere (e disegnare ovviamente) un fumetto sulla matematica? Ed in particolare avreste mai pensato si potesse raccontare una storia sul concetto matematico di infinito?
Come direbbe il dottor Frankestin...ops, Frankestain, nel celeberrimo film Frankestain Junior: "ZI...PUO...FAREEEEEE!...".
Sorpresi vero?
Ma forse ho anticipato troppo i tempi e vi ho già detto cose che che avrei dovuto tacere.
Facciamo così: fate finta che io non vi abbia detto nulla e semplicemente prendete per buona l'introduzione che segue.
Signore e signori, oggi parliamo di...
ULTIMA LEZIONE A GOTTINGA
Autore: Davide Osenda
Anno di pubblicazione: 2009
Casa editrice: 001 Edizioni
Allora… da dove inizio a parlarvi di questo fumetto? Sono in difficoltà, lo ammetto. Avrei delle cose da raccontarvi, ma sono banali impressioni del sottoscritto, e sbiadiscono di fronte a ben più importanti opinioni che si possono trovare e leggere all’inizio di questo volume. Da qui il mio dilemma. Condividere con voi alcuni passaggi di queste opinioni per poi passare alle mie considerazioni, con il rischio che, appagati, abbandoniate la lettura nonappena passate le prime note, o viceversa, tentare di solleticarvi il palato con quelle che riterrete delle banali note e poi chiudere in bellezza con il botto?
Una decisione va presa.
Mi lancio allora.
Mi lancio esattamente nell’abisso che separa l’una dall’altra. Mi lancio tra quella che chiameremo soluzione 1 e quella che chiameremo soluzione 2. Non a caso ho scelto questa dicitura. 1 e 2. 2 e 1. Due numeri. Due tra gli infiniti numeri. Infiniti sì, ma quanto infiniti?
Ma ora mi taccio perché ho già detto troppo e poi non si capisce nulla.
Sappiate solo questo: il fumetto di cui vi parlo oggi è stato per me davvero una piacevolissima sorpresa e spero che da quello che leggerete traspaia tutta.
Il volume, come dicevo, è preceduto da due introduzioni. La prima è del noto professor Piergiorgio Odifreddi, noto matematico di fama internazionale. Questo fumetto infatti parla di matematica e di un concetto che potrebbe far tremare i polsi a leggersi così, solitario, tra queste mie righe: l’infinito! Ma sarebbe riduttivo, come scopriremo, dire che questo fumetto parla solo di matematica. Racconta anche una storia e lo fa con il mezzo espressivo e comunicativo del fumetto. Ed ecco dunque l’introduzione di Andrea Plazi (appassionato di matematica), noto nel panorama fumettoso italiano per tante tante cose (troppe davvero per farne un elenco).
Lo so che vi starete chiedendo perché una persona sana di mente dovrebbe fare un fumetto su concetti matematici come per esempio l’infinito? Le risposte possibili potrebbero essere tante (infinite?). Io ve ne abbozzo due: la prima è che davvero l’autore non è sano di mente, la seconda ce la racconta l’autore stesso in seconda di copertina… vado a copiare.
“Nel 1993 presi in mano per la prima volta un libro che parlava di Gödel. Me lo consigliò un collega in treno, in un periodo in cui cominciavo a lavorare come programmatore. Il libro era Gödel, Escher e Bach di Douglas Hofstadter e lo trovai disorganico, ipnotico e mirabile. A tal punto che, da quel momento, di tanto in tanto, mi ritrovai a leggere di quell’incredibile esperienza dello spirito e dell’intelletto che va da Cantor a Cohen, e corre oltre e arriva da chissà dove."
Preferivate la prima risposta vero?
Ma sentiamo cosa ci racconta Odifretti di quest’opera, nella sua personale introduzione: “… è una storia di rompicapi… ed il miglior modo di illustrarla è forse di accennarvi attraverso metafore, dai grammofoni alle carte. Anzi, il miglior modi di illustrarla è proprio quello di illustrarla, come fa Davide Osenda in questo suo delicato fumetto, che nel 2007 ho trovato in versione ridotta nella mia buca delle lettere dell’Università di Torino, e che nel Marzo del 2008 è stato esposto in versione gigante sui muri dell’Auditorium di Roma, in occasione del secondo Festival della Matemativa…”.
Scusate se interrompo il professor Odifreddi, ma mi chiedevo se avete notato l’utilizzo dell’aggettivo “delicato” in riferimento a questa storia a fumetti… scusate l’interruzione. Riprendiamo, ma non senza segnalarvi che le vicende narrate sono ambientate presso l’università di Gottinga in un periodo storico oscuro, sotto molti punti di vista.
“… il fumetto, alternando il chiaroscuro infernale del nazismo alla luminosità paradisiaca della matematica, riesce a far intravedere con gli occhi del corpo ciò che si può vedere compiutamente solo con gli occhi della mente…”
Passiamo ora ad Andrea Plazi e ad alcune note tratte dalla sua personale introduzione.
“… Ultima lezione a Gottinga colpisce per il coraggio e la sicurezza con cui l’autore tratta – in e con un linguaggio visivo – temi ed argomenti concettuali ed intrinsecamente astratti, che non si prestano a facili visualizzazioni…”
“… fumetto unico nel panorama italiano…”
“… il fumetto di Osenda non è un libro di divulgazione scientifica, né un manuale illustrato, narra una storia e lo fa con umanità profonda, che accompagna sempre il lettore…”
“… Ultima lezione a Gottinga colpisce per la padronanza con cui Osenda narra per immagini ed è uno degli esordi più interessanti degli ultimi anni…”
Ebbene?
Ebbene, potremmo terminare qui... ma ho intenzione di dirvi ancora poche cose.
Leggetelo. Leggetelo senza timori. Fatevi sorprendere da come vi troverete a comprendere, a percepire, concetti che dapprima vi sembreranno inavvicinabili. Lasciatevi immergere ed interrogare da questa storia. Lasciatevi stupire da come un professore della rinomata università di Gottinga senta il desiderio, in un periodo storico difficile, in una giornata di rastrellamenti, di andare all’università e di tenere la sua ultima lezione ad un’aula che apparentemente è vuota.
Leggetelo perché nel farlo affronterete dapprima qualche ostacolo. Il vostro intelletto, scientifico o letterario che sia, farà resistenza a parte del linguaggio utilizzato. Ma poi vi scoprirete, con il procedere della storia, a balzare oltre certi ostacoli, ad osservarli da un punto di vista diverso. Leggerete le ultime pagine tutto d’un fiato. Il vostro coinvolgimento sarà cresciuto esponenzialmente… come una funzione matematica!
Condivido con voi solo più un aneddoto legato a questo fumetto. Siamo a Lucca Comics and Games di qualche anno orsono, credo fosse il 2010. Casualmente scopro nel programma la presentazione di Ultima lezione a Gottinga. Avendo conosciuto Davide in precedenza, partecipo molto interessato. Alla presentazione presenziano Andrea Plazi, Davide ed un professorone di matematica della scuola Normale di Pisa (una della maggiori entità scolastiche che abbiamo in Italia). Non so come rendere la grande quantità di apprezzamenti che ho sentito nei confronti di questo lavoro, apprezzamenti tecnici e professional, e lì, nel mezzo del tavole l'autore. Il creatore della storia. Il narratore. Il menestrello. Davide. Semplicemente Davide Osenda. Aveva una storia da raccontare... e l'ha raccontata!
Ora, davvero non penso di poter aggiungere altro… per cui non mi resta che salutarvi…
...al prossimo incontro!
LoShAmAnO
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