FUMETTO - OMBRE SUL SENTIERO: il cammino verso le tenebre 1/3
uon salve a tutti quanti,
amici e visitatori dell'aNtRoDeLLoShAmAnO!
Parliamo ancora una volta di un fumetto, ed in particolare di un fumetto che ci racconta di montagna, spiriti e vecchie storie. Quest'oggi vi vorrei parlare di...
Seconda storia per i fratelli Garino.
Seconda storia incentrata su vicende di montagna.
Seconda storia che ci racconta in maniera del tutto particolare la loro valle Maira.
Ma cerchiamo di procedere con ordine per non saltare nessun passaggio.
Iniziamo dalla copertina: molto molto bella. A guardarla più e più volte se ne scoprono particolari nuovi che al passaggio precedente non si erano notati. Interessanti anche i colori, hanno un tocco particolare. Sono curioso di sapere se sono sempre di Sergio Garino e nel caso che tecnica ha utilizzato. Penso glielo domanderò il 26 novembre quando come Chinauti, insieme alla biblioteca civica di Peveragno, incontreremo i due autori, insieme a Davide Osenda, per una serata a tutto fumetto. Ulteriori informazioni sulla serata le trovate cliccando qui.
Passando alla seconda di copertina vi segnalo la bella introduzione al volume di Giorgio Sommacal (noto disegnatore di fumetti, già ospite di Peveragno Comics nel 2011). L’introduzione coglie in pieno lo spirito che aleggia tra le pagine della storia e tra i segni del tratto di Sergio Garino. Da segnalare anche il simpatico omaggio, sempre ad opera di Sommacal, nel finale del libro, con un ritratto/caricatura dei due fratelli al lavoro (lo potete vedere qui sotto).
Ma veniamo a noi ed alla storia in questione. I disegni di Sergio sembrano diventati, ma man mano che si avanza nella lettura, più sicuri ed in qualche modo maturi. Come già sottolineato nel corso della “recensione” del primo libro, ogni tratto di Sergio diventa funzionale a rappresentare un’ombra o un oggetto, o a renderlo vago per farlo sfumare nel magico mondo delle leggende e degli spiriti della montagna.
Il disegno ovviamente segue la storia in tutto e per tutto e ne diventa elemento funzionale e per nulla slegato ad essa; e non potrebbe essere altrimenti data la modalità di lavoro che hanno i due fratelli. La storia non può dunque che seguire nella maggiore consapevolezza e nella maggiore maturità, quanto abbiamo detto del tratto.
Le tematiche in qualche modo rimandano sempre alla montagna, alla vita in montagna, alle leggende della tradizione orale che nei nostri paesini, i nostri nonni ci hanno sempre raccontato. Questa voltà però viene fatto con una certa maturità che nel primo libro non si coglieva. Lo stile del narratore usa piccole accortezze che regalano spessore alla storia e gradevolezza alla lettura.
I rimandi alla prima storia sono davvero tanti, ed anche in questo i Garino sono davvero bravi: i paesini dove si svolgono le vicende sono gli stessi della prima storia (per quanto là si fosse in una sorta di dimensione parallela), la vicenda di Cedric, scomparso improvvisamente, viene narrata come una leggenda locale. Le impronte ritrovate nella valle di essere demoniaci (ma noi che abbiamo letto il primo libro, sappiamo benissimo chi sono) rimandano ed accrescono il mistero.
Vi segnalo il rimando che i due autori fanno alla loro casa editrice, chiamando un pub nei pressi di Cuneo, Araba Fenice.
La passeggiata di Tommaso, uno dei personaggi di questa storia, sulle racchette da neve rimanda, per chiunque ne abbia mai fatta una lontano dalle piste da sci di fondo, al silenzio che si prova in quelle circostanze ed alla solitudine di certi luoghi. L’esplorazione delle case diroccate, anche questa ha qualcosa di ancora più magico se, come novelli Indiama Jones, lo si è mai fatto davvero.
I due fratelli poi sono bravi nel tenere sempre alta la suspence per poi rivelare come una paura e la sensazione di un pericolo imminente sono in realtà dovuti a qualcosa di normale. Questo espediente viene utilizzato spesso e funziona molto bene.
Viene recuperata l’importante tradizione orale delle montagne quando Spirito racconterà a Tommaso, in due diversi momenti differenti, una storia. L’elemento di spezzare la storia raccontata da Spirito in due momenti, è uno di quegli elementi di maturità narrativa a cui accennavo prima. Il fatto che, apparentemente, la storia di Tommaso, di Spirito e le vicende narrate dallo stesso vecchio, sembrino slegate una dall’altra è un qualcosa che tiene il lettore legato ad essa. Curioso non trovate? Qualcosa di slegato, serve a tenere legati.
Vi segnalo ancora alcune note che mi sono appuntato durante la lettura. La prima è relativa alle espressioni dialettali disseminate qua e là che mi hanno fatto venire in mente mio nonno ed il suo modo di parlare; cosa che ovviamente, in unacerta qual misura, lega molto la storia al territorio che descrive, ma che non è affatto un ostacolo alla lettura. Segnalo poi un bello scorcio di Piazza Galimemberti di Cuneo in cui i due autori immaginano un mercatino di Natale.
Non posso non segnalarvi le parole di Spirito, ad una cena, che ci spiegano il tiolo di questo albo. Lui, che vive da solo in questa borgata di montagna, ormai quasi del tutto diroccata, ci viene presentato come il depositario di qualcosa di importante: “… nelle lunghe sere invernali, nelle quali la solitudine bussa alla mia porta, salgo fino al crinale della montagna… Da lassù vedo le luci della città… tante, tantissime luci. Luci ferme, luci che si muovono, e penso che, tuttavia, non serviranno ad illuminare il sentiero che sta imboccando l’uomo… il suo cammino procede verso le tenebre più assolute.”.
Ancora i miei complimenti a Massimo e Sergio per questo nuovo racconto. La maturazione nel modo di raccontare la storia, una trama più complessa, tante sottotrame scollegate tra loro (per ora), almeno in apparenza, un mondo soprannaturale affrontato in maniera più matura, disegni che ne rispecchiamo il percorso, non posssono che essere di buon auspicio per i prossimi lavori.
Approposito, il prossimo capitolo della storia vedrà la luce il prossimo anno e s’intitolerà: i re della montagna di sabbia.
Vi ricordo ancora che per conoscere i due autori e per parlare con loro dei loro fumetti, ci incontreremo sabato 26 novembre presso la biblioteca civica di Peveragno a partire dalle ore 21:00. Con noi Chinauti, i responsabili della biblioteca, ci saranno Davide Osenda (parleremo dei suoi fumetti nei prossimi giorni) e per l’appunto, Massimo e Sergio Garino.
Ed ora i consueti saluti...
Parliamo ancora una volta di un fumetto, ed in particolare di un fumetto che ci racconta di montagna, spiriti e vecchie storie. Quest'oggi vi vorrei parlare di...
OMBRE SUL SENTIERO: il cammino verso le tenebre 1/3
Autori: Massimo e Sergio Garino
Casa Editrice: ArabaFenice 2016
Seconda storia per i fratelli Garino.
Seconda storia incentrata su vicende di montagna.
Seconda storia che ci racconta in maniera del tutto particolare la loro valle Maira.
Ma cerchiamo di procedere con ordine per non saltare nessun passaggio.
Iniziamo dalla copertina: molto molto bella. A guardarla più e più volte se ne scoprono particolari nuovi che al passaggio precedente non si erano notati. Interessanti anche i colori, hanno un tocco particolare. Sono curioso di sapere se sono sempre di Sergio Garino e nel caso che tecnica ha utilizzato. Penso glielo domanderò il 26 novembre quando come Chinauti, insieme alla biblioteca civica di Peveragno, incontreremo i due autori, insieme a Davide Osenda, per una serata a tutto fumetto. Ulteriori informazioni sulla serata le trovate cliccando qui.
Passando alla seconda di copertina vi segnalo la bella introduzione al volume di Giorgio Sommacal (noto disegnatore di fumetti, già ospite di Peveragno Comics nel 2011). L’introduzione coglie in pieno lo spirito che aleggia tra le pagine della storia e tra i segni del tratto di Sergio Garino. Da segnalare anche il simpatico omaggio, sempre ad opera di Sommacal, nel finale del libro, con un ritratto/caricatura dei due fratelli al lavoro (lo potete vedere qui sotto).
Ma veniamo a noi ed alla storia in questione. I disegni di Sergio sembrano diventati, ma man mano che si avanza nella lettura, più sicuri ed in qualche modo maturi. Come già sottolineato nel corso della “recensione” del primo libro, ogni tratto di Sergio diventa funzionale a rappresentare un’ombra o un oggetto, o a renderlo vago per farlo sfumare nel magico mondo delle leggende e degli spiriti della montagna.
Il disegno ovviamente segue la storia in tutto e per tutto e ne diventa elemento funzionale e per nulla slegato ad essa; e non potrebbe essere altrimenti data la modalità di lavoro che hanno i due fratelli. La storia non può dunque che seguire nella maggiore consapevolezza e nella maggiore maturità, quanto abbiamo detto del tratto.
Le tematiche in qualche modo rimandano sempre alla montagna, alla vita in montagna, alle leggende della tradizione orale che nei nostri paesini, i nostri nonni ci hanno sempre raccontato. Questa voltà però viene fatto con una certa maturità che nel primo libro non si coglieva. Lo stile del narratore usa piccole accortezze che regalano spessore alla storia e gradevolezza alla lettura.
I rimandi alla prima storia sono davvero tanti, ed anche in questo i Garino sono davvero bravi: i paesini dove si svolgono le vicende sono gli stessi della prima storia (per quanto là si fosse in una sorta di dimensione parallela), la vicenda di Cedric, scomparso improvvisamente, viene narrata come una leggenda locale. Le impronte ritrovate nella valle di essere demoniaci (ma noi che abbiamo letto il primo libro, sappiamo benissimo chi sono) rimandano ed accrescono il mistero.
Vi segnalo il rimando che i due autori fanno alla loro casa editrice, chiamando un pub nei pressi di Cuneo, Araba Fenice.
La passeggiata di Tommaso, uno dei personaggi di questa storia, sulle racchette da neve rimanda, per chiunque ne abbia mai fatta una lontano dalle piste da sci di fondo, al silenzio che si prova in quelle circostanze ed alla solitudine di certi luoghi. L’esplorazione delle case diroccate, anche questa ha qualcosa di ancora più magico se, come novelli Indiama Jones, lo si è mai fatto davvero.
I due fratelli poi sono bravi nel tenere sempre alta la suspence per poi rivelare come una paura e la sensazione di un pericolo imminente sono in realtà dovuti a qualcosa di normale. Questo espediente viene utilizzato spesso e funziona molto bene.
Viene recuperata l’importante tradizione orale delle montagne quando Spirito racconterà a Tommaso, in due diversi momenti differenti, una storia. L’elemento di spezzare la storia raccontata da Spirito in due momenti, è uno di quegli elementi di maturità narrativa a cui accennavo prima. Il fatto che, apparentemente, la storia di Tommaso, di Spirito e le vicende narrate dallo stesso vecchio, sembrino slegate una dall’altra è un qualcosa che tiene il lettore legato ad essa. Curioso non trovate? Qualcosa di slegato, serve a tenere legati.
Vi segnalo ancora alcune note che mi sono appuntato durante la lettura. La prima è relativa alle espressioni dialettali disseminate qua e là che mi hanno fatto venire in mente mio nonno ed il suo modo di parlare; cosa che ovviamente, in unacerta qual misura, lega molto la storia al territorio che descrive, ma che non è affatto un ostacolo alla lettura. Segnalo poi un bello scorcio di Piazza Galimemberti di Cuneo in cui i due autori immaginano un mercatino di Natale.
Non posso non segnalarvi le parole di Spirito, ad una cena, che ci spiegano il tiolo di questo albo. Lui, che vive da solo in questa borgata di montagna, ormai quasi del tutto diroccata, ci viene presentato come il depositario di qualcosa di importante: “… nelle lunghe sere invernali, nelle quali la solitudine bussa alla mia porta, salgo fino al crinale della montagna… Da lassù vedo le luci della città… tante, tantissime luci. Luci ferme, luci che si muovono, e penso che, tuttavia, non serviranno ad illuminare il sentiero che sta imboccando l’uomo… il suo cammino procede verso le tenebre più assolute.”.
Ancora i miei complimenti a Massimo e Sergio per questo nuovo racconto. La maturazione nel modo di raccontare la storia, una trama più complessa, tante sottotrame scollegate tra loro (per ora), almeno in apparenza, un mondo soprannaturale affrontato in maniera più matura, disegni che ne rispecchiamo il percorso, non posssono che essere di buon auspicio per i prossimi lavori.
Approposito, il prossimo capitolo della storia vedrà la luce il prossimo anno e s’intitolerà: i re della montagna di sabbia.
Vi ricordo ancora che per conoscere i due autori e per parlare con loro dei loro fumetti, ci incontreremo sabato 26 novembre presso la biblioteca civica di Peveragno a partire dalle ore 21:00. Con noi Chinauti, i responsabili della biblioteca, ci saranno Davide Osenda (parleremo dei suoi fumetti nei prossimi giorni) e per l’appunto, Massimo e Sergio Garino.
Ed ora i consueti saluti...
...al prossimo incontro!|
LoShAmAnO
Commenti
Posta un commento