CAPITAN AMERICA E I VENDICATORI SEGRETI 32

A volte credetemi, ci sono storie che mai ti aspetteresti di leggere. Ci sono storie che capitano. Capitano così. Non te le aspetti e loro capitano. Tipicamente, ma badate bene che questa non è una regola, tipicamente sono quelle storie che colpiscono. Eh già, passano e colpiscono. Così è stato per questa storia. Non me l'aspettavo, è capitata e mi ha colpito. Eccola.

CAPITAN AMERICA E I VENDICATORI SEGRETI 32
Shock al sistema – parte 3 e 4
STORIA: Ed Brubaker
DISEGNI: Patrick Zircher
COLORI: Paul Mounts
LETTERING: Barbara Stavel
Siamo abituati a vedere sempre Capitan America, e anche se non lo avete mai letto sono sicuro che ve lo immaginate così, come fiero, vincente, splendente…insomma come tutti noi vorremmo essere. Perché in fondo in fondo a tutti noi scoccia essere considerati dei perdenti, ci scoccia essere considerati inadatti a fare qualcosa. Piace a tutti noi essere i vincenti. Tutti, chi più chi meno, chi in una forma chi un’altra amiamo sentirci dei vincenti. Ebbene Ed Brubaker e Patrick Zircher ci dimostrano, ci fanno toccare con mano (ci fanno guardare) come invece non è sempre così tutto rosa e fiori. Con questa bella storia ci accompagnano in una discesa che ha poco del viaggio facile e senza fatica, e tanto della caduta libera senza paracadute. Nello scorso numero avevamo scoperto che Henry Gyrich era stato plagiato dall’Hydra con un minuzioso lavaggio del cervello. Poi come se non bastasse abbiamo scoperto come lo stesso Gyrich è riuscito a controllare l’ex-compagno di molte avventure di Cap, Demolition Man; trasformandolo nel Flagello.

Questo vendicatore solitario ha iniziato a prendersela con il sistema che dà asilo e protegge grandi criminali in cambio della loro collaborazione, ed ha così iniziato a farli fuori tutti. In questo numero Cap si scontra apertamente con il Flagello. Si ritrovano faccia a faccia e la cosa porta ad uno scontro, ovviamente. Dicevamo della difficoltà che ci viene palesata in questa storia. Non ci riferivamo solo al fatto che Cap le prende di santa ragione. 
O almeno non ci riferiamo solo a questo. Steve scopre anche, mentre combatte, l’identità del Flagello. E la cosa rende tutto più difficile. Le scene della lotta tra i due sono davvero drammatiche, intense; se solo per un attimo si prova ad immedesimarsi un poco nel personaggio di Cap. Un tuo caro amico, per quanto fuori di sé, ti sta picchiando a sangue con l’intenzione di ucciderti. Certo nelle nostre vite di tutti i giorni non succederà mai, ma situazioni di grandi tensioni, litigi, anche molto forti, credo che tutti le potremmo sperimentare (oh, non è un augurio di sperimentarle…intendiamoci). Non si uccide solo con armi, a volte, consapevolmente o no uccidiamo con delle semplici e innocue parole. Dicevamo che la situazione è drammatica. 

Nel momento in cui Demolation Man sta per uccidere Cap con il suo stesso scudo (ve lo stavo dicendo prima che Cap le sta prendendo di brutto), ecco intervenire Sharon Carter…mi interrompo qui. Sarebbe ingiusto rivelarvi il finale di questa storia. Vi dico solo che la sequenza di vignette, tutte mute, di questo finale, è davvero notevole, drammatico, inquietante. Dove sta allora la grandezza dell’eroe che tutti riconosciamo in Cap (si lo so, sono anche io dell’idea che a volte lo sia pure troppo, ma è così)? Nel non farsi abbattere, nello stare in piedi, nel riconoscere un cammino da seguire e ripartire. Nel riconoscere la realtà dei fatti e non sfuggirla. Nelle ultime battute Steve Rogers è bene consapevole che l’Hydra sta vincendo. Non si fa abbattere dalla realtà, per quanto negativa, ma si rialza. A volte nei fumetti questo cammino che gli eroi intraprendono è legato alla vendetta, ma non necessariamente deve essere per noi nella nostra vita, ci sono anche altri cammini. Va bene ora la smetto, spero di non essere scaduto troppo nel morale o che ne so io. In ogni caso posso condividere con voi che questa storia di Capitan America mi è proprio piaciuta.
L o S h A m A n O

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