FUMETTO - Dragonero 42

uon salve a tutti quanti,
amici e visitatori dell'aNtRoDeLLoShAmAnO!
Torniamo a parlare della serie fantasy della Sergio Bonelli Editore. Torniamo a parlare di Dragonero. Condivido con voi alcune impressioni dopo la lettura del numero 42 della serie mensile. Sedetevi lì, intorno al fuoco, e mettetevi comodi.


DRAGONERO 42 – Il patto della strega
Novembre 2016
Sergio Bonelli Editore

Soggetto: Luca Enoch
Sceneggiatura: Giovanni Eccher
Disegni: Antonella Platano
Copertina: Giueseppe Matteoni
Lettering: Marina Sanfelice

Cerchiamo di procedere con ordine e partiamo dalla copertina di questo quarantaduesimo albo . Il disegno della copertina è davvero pregevole, il posizionamento dei due personaggi, con la strega che troneggia su Ian, crea davvero quella giusta suspence e quell’interesse verso l’albo. La predominanza del colore verde forse non è tra le mie preferite, ma poco importa. Copertina promossa!



Didattica ed interessante al punto giusto l’introduzione di Luca Barbieri nella rubrica “Le cronache dell’Erondar”. Voi la conoscete la differenza tra uno “Stregone-Diavolo” ed uno “Stregone-Mago”? Ecco, appunto… andate a leggere và…

Passiamo ora ad una primissima impressione che mi sono fatto sfogliando l’albo, in merito ai disegni di Antonella Platano (bresciana di nascita, ma cuneese d’adozione). Alcuni elementi mi hanno riportato alla mente i disegni di quel mostro sacro di Larry Elmore delle prime edizioni dei manuali di D&D che ho avuto tra le mani (qualche anno orsono…anche se li sfoglio tutt’ora molto spesso. Giusto per intenderci, per chi se le ricorda, parlo della celeberrima edizione della scatola rossa, blu, etc.). Direi che ho individuato nei capelli lunghi di alcuni personaggi, in alcuni dettagli di armi ed armature, nelle barbe, etc. i particolari che mi hanno riportato alla mente D&D ed il loro illustratore.


Una piccola indiscrezione, che poi indiscrezione non è: l’artista cuneese viene citata, tra gli altri, nel video di presentazione sul futuro di Dragonero, come uno dei disegnatori che si occuperanno della testata “Kids”. Anzi, Stefano Vietti e Luca Enoch citano l’autrice come unico caso in cui, saputo del progetto, l’autrice ha chiesto di passare dalla testata mensile “normale” a quella “Kids”.

Ultima nota sulla disegnatrice: ho apprezzato maggiormente i disegni ambientati di giorno piuttosto che quelli cupi e notturni. Ma chissà poi perché, non ve lo saprei proprio dire. Anche la veste grafica del mostro non mi ha esaltato molto, avrei cercato (se solo sapessi disegnare) di caratterizzarlo maggiormente, come per esempio fatto per la strega. Ma ovviamente a parlare ed a scrivere è molto più facile. In ogni caso, giusto per evitare fraintendimenti, i disegni di Antonella Platano sono più che promossi.

Ma veniamo alla storia, la cui vicenda, per la maggior parte, si svolge presso la città di Obran ed i suoi dintorni, anche se l’incipit ci presenta un villaggio davvero particolare in cui Arysa si è ritirata dopo aver abbandonato la sua carriera di bestiaria (cacciatrice di bestie). Il villaggio è quello di Sharkhel, non segnato nemmeno sulle mappe, ed in questo luogo pervengono da tutto l’impero coloro che sono considerati i malati della società: storpi, mutilati, infetti, etc. Qui cercano di condurre una vita dignitosa e lieta, e veniamo a scoprire che Arysa è per l’appunto una ex “cacciatrice” ed anche una sciamana di discreto potere.

La vicenda che si svolge nei pressi di Obran, vede un mostro assetato di sangue a cui Ian e Arysa danno la caccia. La storia si intreccia con la morte della figlia dei conti che governano il territorio e con uno strano rituale effettuato da una fantomatica strega (la veste grafica usata per rappresentarla mi è piaciuta moltissimo, sia nella maschera d’osso sia in alcuni particolari resi molto bene da Antonella Platano, come gli ossicini tenuti insieme da uno spago che vanno a comporre, dito per dito, degli artigli).

Non vi dirò molto altro sulla trama per non rovinarvene la lettura.



Vi segnalo solo quattro note: la prima è quella che il fatto di avere nei pressi di Obran, una locanda gestita da un orco  mi è parsa davvero una bella trovata.  Alla vista di tale particolarità, Ian esclama (vado a citare): “… c’è speranza,  dunque, nel mondo”. Citazione e situazione davvero molto attuali.
La seconda nota, anche questa molto apprezzata, riguarda un’altra bella trovata e di come viene smorzata la tensione del combattimento con il mostro, nel momento in cui Ian, per salvare il nano mercante afferrato per la barba dal mostro stesso, è costretto a tagliare di netto la barba del mercante… e voi sapete bene cosa significhi per un nano la propria barba.
La terza riguarda il rapporto tra Ian e la sua spada. In un primo scontro con il mostro, Ian sente inconfondibile il desiderio della spada di versare il sangue del mostro, ma lo trattiene, lo domina. Cosa che invece non farà nel compassionevole finale di questo albo.
La quarta nota, questa meno positiva rispetto alle precedenti, è che il personaggio di Arysa mi sarebbe piaciuto vederlo maggiormente sviluppato, in quanto davvero molto interessante, ma magari lo sarà in futuro.


Una buona storia, dal taglio classico, forse non così innovativa, ma in fondo, una buona storia.

Ed ora come sempre vi saluto...

...al prossimo incontro!
LoShAmAnO

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