FUMETTO: Corto Maltese 11 - La laguna dei bei sogni

uon salve a tutti quanti,
amici e visitatori dell'aNtRoDeLLoShAmAnO!
Ho inizio una serie di recensioni fumettose su un personaggio che ha fatto la storia del fumetto in Italia e mi permetto di dire, non solo: il Corto Maltese di Hugo Pratt.
La collezione dei numeri di questo fumetto l'ho terminata almeno dieci anni fa ad un Lucca Comics and Games, ma non ho mai terminato di leggerla. Si tratta, per i più curiosi di voi, dell'edizione edita dalla Lizard Edizioni. Avete presente? Copertina completamente bianca, costola rossa nella sua parte terminale. Immagine di copertina piccola e colorata.
Con l’uscita della nuova avventura di Corto Maltese ad ottobre del 2015 (acquistata dal mio fumettaro di fiducia) mi sono deciso,  finalmente, a rileggere tutte le storie di questo fumetto, ed a condividere con voi qualche commento ed impressione.
Le altre recensioni finora proposte, le potete trovare a qui:
  1. Il Segreto di Tristan Bantam
  2. Appuntamento a Bahia 
  3. Samba con Tiro Fisso
  4. Un'aquila nella giungla 
  5. ... e riparleremo dei gentiluomini di fortuna
  6.  Per colpa di un gabbiamo
  7. Teste e funghi 
  8.  La conga delle banane  
  9.  Vudù per il presidente 
  10. Una ballata del mare salato

Parliamo dunque dell'undicesimo numero di questa serie: la laguna dei bei sogni.




Una laguna… un tamburo che rimanda un messaggio in tutta la giungla… il messaggio dice che c’è un bianco malato presso la laguna dei bei sogni e la reazione di Corto è nuovamente di quelle che ti lasciano con l’interrogativo: ma lo fa perché sente di dover rispondere al richiamo dell’avventura, lo fa per altruismo, o cosa?
Corto risponde a quel richiamo dicendo “Bisogna andare a vedere… non posso lasciare solo quell’uomo…”
Finora Pratt è stato davvero un maestro nel non dare indicazioni precise al lettore. Una volta ti sembra di aver capito il carattere e le sfaccettature del personaggio e la volta dopo lui si comporta nella maniera che meno ci si aspetterebbe.


Facciamo dunque la conoscenza del tenente Stuart, ufficiale dell’esercito inglese, che apparteneva al corpo dei volontari degli “Artist Rifles”. Corto vorrebbe portare via l’inglese, ma questo non ne vuole sapere. Ci viene spiegato dalle parole dello stesso protagonista che la laguna è piena di insetti, di febbre e di malattie, e viene detta dei bei sogni, perché quando si inizia a sognare, non si riesce più a smettere. Corto lascia quindi l’inglese con una medicina, chiedendo agli indigeni che sono con lui, di fargliela prendere ogni ora. Tornerà il giorno dopo.

Veniamo quindi a conoscenza della storia del tenente Stuart, che ha disertato la guerra in Europa, rubando tutti gli averi del reggimento, fuggendo così in America del Sud. Il suo rimorso ed il senso di colpa assumono le sembianze di un carrarmato tedesco che lo insegue.


L’inglese è dunque in pieno delirio da allucinazioni, e queste assumono natura diversa: il suo superiore in Francia, il colonnello Leighton, un fantino che cavalca un cavallo su sui Stuart vorrebbe scommettere i suoi averi per recuperare i soldi sottratti al reggimento, potendo così restituirli. Ed ancora: sua madre ed un’amica che prendono il the, il carrarmato tedesco di cui abbiamo già detto sopra ed un suo commilitone nelle trincee in Francia.
Durante quest’ultima allucinazione si consuma l’eroico attacco al mostro di ferro tedesco.
Stuart affronta così il suo senso di colpa.

Pratt ne approfitta anche per fare una sua personale riflessione sulla follia della guerra  e sul senso di nobiltà e poesia con cui questa viene presentata. Non è una riflessione esplicita, ma riaffiora tra la china della pagina del fumetto.


Ovviamente le allucinazioni non sono finite qui: Stuart incontra il comandante del carrarmato e la donna di cui è innamorato… quest’ultima la incontra in un cimitero di guerra… preludio alla morte dell’inglese.

Il nostro eroe, come promesso, si presenta l’indomani mattina, e trova il tenente Stuart morto. Lo seppellisce. Ma ancora una volta, nonostante Corto abbia agito davvero per nulla o in minima parte in questa vicenda, Pratt lo fa tornare protagonista della storia.
Stuart infatti stringe tra le mani un distintivo degli “Artist Rifle” che sul retro reca alcune scritte ed il simbolo della confraternita gitana di Spagna. Simbolo che la mamma di Corto portava tatuato sul palmo della mano.

Alzi la mano se c’è qualcuno di voi che leggendo un finale così non ha iniziato a fantasticare su possibili scenari futuri, storie, avventure, viaggi…

E con questo io avrei concluso di tediarvi. 
Non mi rimane altro da fare che salutarvi e darvi appuntamento...

... al prossimo incontro!
LoShAmAnO

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