NATHAN NEVER 292: Yana ed il drago

uon salve a tutti quanti,
amici e visitatori dell'aNtRoDeLLoShAmAnO!
Torniamo a parlare di fumetto e facciamo con due parole in merito all'ultimo numero di Nathan Never che il vostro shamano ha consumato presso il proprio antro. Partiamo con qualche dato tecnico, copiato in maniera spudorata, dal sito della Bonelli o dalla seconda di copertina (come preferite voi).


Titolo: Yana e il drago

Uscita: 17/09/2015
Soggetto: Davide Barzi, Mirko Perniola
Sceneggiatura: Davide Barzi, Mirko Perniola
Disegni: Vanessa Belardo, Lucilla Stellato
Copertina: Sergio Giardo

Ed ora proseguiamo con due impressioni messe insieme dal vostro shamano:

doppia storia per il nostro eroe fantascientifico. Non vi parlerò di entrambe le storie, perché, sinceramente la prima storia non l’ho apprezzata a pieno. Vi parlerò invece della seconda. Una bella storia di interiorità, di quelle che ho scoperto piacermi moltissimo. Ci viene presentato un Nathan malinconico, al cimitero di fronte alla tomba della moglie Laura. Un flash back su quanto successo la notte in cui Laura venne uccisa e la piccola Ann rapita, è un tuffo nel passato di Nathan che ho apprezzato molto. Una ventata di passato e degli inizi della serie che personalmente aspettavo da qualche tempo.

L’incontro con il robot C3 “malfunzionante” dona a Nathan una ventata di freschezza inaspettata dato l’incipit della storia breve. Ben dosato l’alone di mistero che avvolge il robot C3. Qualcuno la potrà considerare una storia sdolcinata. Personalmente l’ho invece apprezzata molto. Mi piace pensare che, in un mondo freddo e tecnologico come spesso viene presentato quello di Nathan Never, ci sia ancora spazio per storie come questa. In cui un comportamento fuori dagli schemi o come in questo caso, un malfunzionamento, non deve necessariamente essere associato ad un “vivere (funzionare) male”. Emblematica la scena in cui il robot C3 presenta una lattina a Nathan chiedendogli cosa vede. La risposta di Nathan è quella che darebbe chiunque di noi, o almeno è quella che darei sicuramente io. Una lattina. Il robot ripete la domanda pulendo la lattina. Come se sperasse che il velo di razionalità potesse venir spazzato via. La risposta di Nathan è ancora: una lattina. Quando poi il robot prende la lattina e la modella come se fosse carta e crea una sorta di origami di latta, qualcosa nel nostro eroe viene piegato e ripiegato restituendo una sorta di sorriso.
Che ci sia bisogno di tanto in tanto di storie come queste per insegnare anche a noi a vivere oggi?

Un quesito che spero possa trovare risposta e cui io ho dato la mia. 
 
Tra l'altro, per coloro che hanno letto la storia, condivido con voi un'opera d'arte installata nel centro storico di Cuneo (dove vivo) che è praticamente uguale all'origami realizzato dal robot C3. Una in alluminio, quella nella storia, l'altra in ferro, quella a Cuneo. Ma incredibilmente somiglianti.



...al prossimo incontro!
LoShAmAnO


Commenti